Colori
Sassari, Tipografia della Nuova Sardegna
Il tesoro degli angioni
Giacinto Satta
p. 78
Lo stesso Francesco Saba, il padre sventurato che aveva visto cadersi ai piedi quel figlio [...], e là curvo, colla fronte tra le mani, rosse dal sangue del figlio, piangeva.
p. 95
Ben presto, traverso la rada incannicciata, egli per uno spazio abbastanza largo da lasciar passare un uomo, travide un tenue chiarore: il cielo invaso dal bianco lume lunare.
p. 100
#822; ...nel fondo di questa cantina all’angolo estremo di sinistra... – aveva detto egli: [...] era laggiù che avrebbe scoperto la larga pietra nera che dava adito al ripostiglio delle armi e del denaro già destinato agli Angioini.
p. 101
Era una grande lastra di pietra nera, quasi quadrangolare, dagli angoli e lati rozzamente squadrati: era la pietra indicata appunto dal vecchio famiglio dei Vargas.
p. 104
Al disopra, all’altezza che a lui parve corrispondesse all’incirca al piano della via, si apriva un largo orifizio circolare che lasciava vedere, su d’un fondo turchino cupo, quasi nero, il tremulo scintillio d’una lontana costellazione: e su quel fondo staccavano più nere, sporgendo quà e là tutt’intorno, le macchie tenui di ramoscelli allora spogli di fogliame.