Colori
Sassari, Tipografia della Nuova Sardegna
Il tesoro degli angioni
Giacinto Satta
p. 31
Proto Fera guardò curiosamente quel volto acceso, contratto dallo spasimo dell’ebbrezza, cogli occhi semichiusi, imbambolati, lagrimosi e lappoleggianti, sotto un’arruffata capigliatura rossa che andava a confondersi con una barbaccia incolta dello stesso colore.
p. 32
L’altro si tolse il cencio di berretto che gli cuopriva il capo e d’un colpo anche la parrucca rossastra e la barbaccia dello stesso colore.
p. 34
Era solo: tutto intorno sotto il bianco lume dell’alba, si stendeva il piano ineguale, folto di macchie, con qualche grosso albero sparso qua e là, ed in fondo, appiè dell’altura che chiudeva l’orizzonte, i rossi tetti d’Olmedo, dai quali si sprigionavano sottili spirali di fumo azzurrognolo.
p. 38
La notte è scesa: una notte scura, senza luna, piena dei sibili sinistri, dei mille rumori confusi dal maestrale che squassa e contorce e fa cigolare gli alberi, scuote le impannate, mugghia nei camini, solleva nembi di polvere e trasporta grossi cumoli di nuvoli neri che si rincorrono all’impazzata nel cielo scuro, velando a tratti il tenue lume delle stelle.
p. 39
Toccato il suolo ferma con un grosso sasso la corda, che anche a breve distanza resta invisibile, confondendosi col grigio della muraglia.