Lingua
La bella di Osilo
Marcello Cossu
pp. 154-155
E' il cuore umano, un tozzo di carniccio grosso quanto questo pugno e sanza un osso, senti, e del colore della ciriegia barricocca, e così tenera che invita trarci su un morso!
p. 154
Vi giuro io, per tutti i diavoli della Tregenda, che la cosa non è tale.
p. 156
Le tue chiome erano crespe e brune come le ali del corvo e le tue tempie erano simili ad un pezzo di melograno... I tuoi occhi sembravano colombi presso ruscelli d'acqua, ed erano come lavati in latte e posti come dentro il castone di un anello.... Le tue labbra somigliavano un filo tinto d'iscarlato e stillavano mirra schietta.... Tu eri sì bella, colomba mia, eri sì bella ed eri amore.
p. 166
Il giovane Ciro, ardimentoso guerriero, era stato appunto prescelto da quest'ultimo per siffatta spedizione. Pertanto egli veniva in Osilo a preparare gli animi del popolo, che sapeva insofferenti del giogo del marchese Lupo, e a prendere consiglio coi Maggiori ed Anziani del paese.
p. 166
Ho fatto un triste sogno in cui mi si appresentò la madre mia avvolta in funereo lenzuolo e tutta lagrimosa.... Oh, quella visione non può essere che messaggiera di sventura!.... Ho pianto.... ho pianto tanto.... eppure il pondo che grava sul mio petto non si è alleggerito ancora.