Gente
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 221
Per quanto il lavoro dei sardi procedesse lentamente, quel mattino nel bosco diradato c’erano già diverse carbonaie fumanti.
p. 225
La professione di medico gli permetteva di vivere senza ostentazione in mezzo alla gente umile, che lo ripagava con una stima incondizionata, quale forse non aveva mai goduto nemmeno il focoso Don Francesco, e distingueva fra lui e i «signori»
p. 226
La povera gente gli voleva bene e non si trattava di un sentimento astratto, generico, ma individuale, concreto: gli volevano bene uno per uno, e lui voleva bene a ciascuno di loro.
p. 230
ldquo;La gente fiuta l’imbroglio, forse allora temeva anche un qualche inganno stregonesco, e preferiva stare alla larga da quelle case, da quella chiesa, da quelle fontane di acqua freddissima&rdquo
p. 255
Il senatore insisteva sul fatto che non doveva restare a Norbio «tra i contadini e i bovari».