Colori
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 165
Dovette scansarsi alla svelta per evitare di essere travolto dal landeau, che, nero in mezzo a tutto quel bianco, sparì zigzagando tra le basse case che fiancheggiavano la via.
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Il mercante imprecava in bosano, mentre il landeau si allontanava. Imprecava anche per scaramanzia, perché la vecchia carrozza nera e sgangherata gli era sembrata di malaugurio come un carro funebre «A s’inferru, a s’inferru, bagassa ezza!» Urlò tagliando l’aria con la mano. «All’inferno, all’inferno, vecchia bagascia!».
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laquo;Nessun valore agli effetti civili, naturalmente» precisò il medico accarezzandosi la corta barbetta nera che lo faceva assomigliare ad Abramo Lincoln.
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laquo;Nessun valore agli effetti civili, naturalmente» precisò il medico accarezzandosi la corta barbetta nera che lo faceva assomigliare ad Abramo Lincoln.
p. 168
Il padre guardava teneramente la sua scriminatura bianca in mezzo alla testa, le sue esili spalle, le strinse ancora a sé e la baciò sulla fronte.