Colori
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 141
Angelo guardò il cielo d’un grigio uniforme e le nuvole fuligginose che il vento altissimo spingeva verso la pianura.
p. 142
Lanciò uno schizzo di saliva giallastra contro la pietra scura del montatoio, poi si voltò e le redarguì: «Avete preso il chinino?» diceva.
p. 145
La vecchia guardò Angelo con i suoi occhietti grigi dalle palpebre arrossate e fece un gesto che fa parte del particolare linguaggio mimico di tutte le nonne di Norbio, allungò la mano magra, diede alcuni colpetti di taglio sulla testa del giovane che si era chinato per ricevere quel segno, in apparenza una minaccia, ma in realtà un’affettuosa assoluzione.
p. 145
Poco dopo, a una svolta, si trovò di fronte i tetti scagliosi di Norbio dai quali emergeva la cima arrotondata del campanile con la sua croce di ferro e il parafulmine nettamente stagliati contro il cielo grigio.
p. 146
La cima rossa del campanile gli serviva per orientarsi in quel labirinto.