Colori
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 128
Diede un buffetto al muso nero e umido di Carignosa, andò a riprendere Zurito, gli levò le pastoie, gli sfregò i garretti con una manciata di erba fresca, raccolse il resto delle noci per portarle a Valentina e rimontò in sella. […] In quello stesso istante sbucò fra il verde un vecchio alto e magro e restò lì appoggiato con le mani e col mento a un lungo bastone.
p. 129
Carignosa si era avvicinata e gli annusava i calzoni di sbiadito fustagno color tabacco. […] Portava il fazzoletto nero dell’eterno lutto vedovile e il vecchio la fascia nera al braccio.
p. 130
Tutti si voltarono a guardare, ma non videro altro che una nuvoletta di fumo azzurrino al di sopra dei cespugli e sentirono l’odore acre della polvere nera.
p. 133
C’erano due carabinieri ai lati della porta dell’ufficio illuminato dalla luce gialla e baluginante dei ceri.
pp. 133-134
Ormai era quasi notte; le montagne si stagliavano meno nette contro l’azzurro cupo.