Colori
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 107
Fece di nuovo achhh! E le schegge bianche volarono intorno.
pp. 107-108
laquo;Non mi direte che sparate al volo ai colombi» rise. […] Erano ai limiti del bosco, c’era un tratto di terreno pianeggiante tra loro e la brughiera dove il cane correva a balzi tuffandosi e riemergendo dai cespugli di cisto color tabacco.
p. 112
Le stelle sembravano più grandi del solito nel cielo terso e trasparente, nel cui azzurro cupo si levavano i monti con il profilo ben noto, inconfondibile.
p. 116
laquo;Come?!…» disse Ferraris fermandosi a sua volta e alzando la barba rossiccia.
p. 116
L’ingegnere tirava piccole boccate dalla pipa e lasciò che le parole aspre si dileguassero nell’aria assieme al fumo azzurrino, poi disse: «Io sono dalla parte della legge che, una volta tanto, coincide con la giustizia. Lei lo sa quanto me: solo non le fa comodo!».