Colori
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 51
Si segnò, entrò svelta nello spaccio e svelta tornò a casa stringendosi al petto il pacco di carta turchina.
p. 52
Le gocce cadevano fitte, grosse e pesanti col crepitio secco di chicchi di grandine sulla tettoia della stalla e sulla legnaia, dove i passeri si erano rifugiati. Una gallina ritardataria dalle penne rade e rossicce attraversò il cortile sbattendo le ali, a collo teso.
p. 52
Le gocce cadevano fitte, grosse e pesanti col crepitio secco di chicchi di grandine sulla tettoia della stalla e sulla legnaia, dove i passeri si erano rifugiati. Una gallina ritardataria dalle penne rade e rossicce attraversò il cortile sbattendo le ali, a collo teso.
p. 55
La bisaccia del vecchio era appesa al piuolo piantato nel muro. Egli ne tolse una grossa pagnotta avvolta in un tovagliuolo di lino, ne tagliò tre larghe fette con il suo coltello a forma di foglia, ne infilò una in un rametto biforcuto che aveva preparato e la fece abbrustolire alla fiamma. Quando il pane ebbe acquistato un bel colore dorato, colse una manciata di olive nere dall’albero più vicino e intrise la fetta di pane dorato con il loro succo bruno e amaro.
p. 55
Quando il pane ebbe acquistato un bel colore dorato, colse una manciata di olive nere dall’albero più vicino e intrise la fetta di pane dorato con il loro succo bruno e amaro.