Gente
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 128
C’era gente nello spiazzo: carri e buoi con uomini e donne, branchi di porci con i loro guardiani, e il forestiero con la donna in groppa sul giovane morello.
p. 133
Altra gente continuava ad affluire. […] La gente era sempre in movimento attorno al cataletto sul quale il corpo era stato composto. […] No, non aveva il coraggio di guardare col binocolo, anzi distoglieva lo sguardo, quando la gente si scostava. […] Si segnò, recitò un requiem, poi scese per il viottolo scosceso che portava alla strada campestre.
p. 137
laquo;La gente lo crede? Credono davvero che io abbia sparato ad Àntola? … Quando è successo?» «La gente,» disse Gavino con voce grave, pacata «non so se lo credono.».
p. 140
Gli ravviò una ciocca di capelli, recitò una preghiera e si addormentò.
p. 145
Saltò muretti, attraversò cortili, s’infilò in passaggi segreti, rimase per un poco nascosto dietro qualche legnaia, chiedendosi che cosa pensava di lui la gente le cui voci arrivavano smorzate attraverso i muri delle case. […] In una comunità come Norbio anche alla persona più riservata è difficile conservare un segreto.