Colori
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 22
Era una strada scavata dal passaggio di migliaia di carri, per migliaia di anni; sul fondo c’erano due palmi di polvere rossiccia che smorzava il galoppo, ma ogni tanto le ruote del calesse urtavano e slittavano contro una roccia affiorante e il leggero veicolo si sarebbe rovesciato se la strada non fosse stata così incassata nella terra argillosa impastata di sassi.
p. 23
La striscia di legno scheggiata e contorta schizzò sulla polvere della strada e il rumore cessò: si udì più distintamente il battere cadenzato dei quattro zoccoli smorzato dalla polvere, che dietro il calesse si alzava in una nuvola rossiccia.
p. 24
Nel foro rotondo della sua bocca c’era un buco più nero.
p. 25
La strada si restringeva, i due muretti grigi che si perdevano in lontananza pareva si chiudessero a cuneo, pochi metri più in là.
p. 26
Nell’aria era sospeso un pulviscolo sottile rossastro simile alla nebbia del primo mattino. Sotto i finimenti del cavallo s’era formata una schiuma bianca, arrossata sulla groppa dal sangue che colava dalla ferita, un lungo solco che lasciava scoperta la carne viva.