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Gente

Milano, Mondadori, 1972

Paese d'ombre

Giuseppe Dessì

p. 117
L’allegria si vedeva sulla faccia della gente, di tutta la gente: uomini, donne, vecchie e bambini, che con l’abito della festa aspettavano già da qualche ora addossati ai muri delle case, ai lati della via, in due file compatte – così compatte che, per vedere, i bambini si ficcavano a forza tra le gambe degli adulti, guardando verso Funtanedda, la parte bassa del paese da dove i cavalli sarebbero dovuti arrivare al galoppo.

gente

p. 118
C’era gente anche alle finestre, ai balconi e persino sui tetti. Questi, impazienti, zittivano quelli della strada, come se l’intenso brusìo che saliva dalla folla fosse la causa del ritardo. Qualcuno si sporgeva dalla fila con la gamba tesa verso il centro della strada, per vedere meglio, ma subito molte mani lo costringevano a rientrarvi con rimbrotti e scossoni.

gente

p. 121
I venditori di coltelli, venuti dalla lontana Pattada, presentavano la loro merce sparsa sui neri mantelli di orbace: erano coltelli di varia grandezza, con il manico di corno e la lama a forma di foglia, di cui tutti gli abitanti di Norbio erano forniti, e che servivano per tagliare il pane e per sgozzare gli agnelli, per difesa e per offesa: alcuni lunghi un palmo, altri non più lunghi del mignolo di un bambino, ma aguzzi e bene affilati.

colori, costumi, gente

p. 121
La gente venne, in parte, riassorbita dalle strade laterali. […] Ma poco dopo, lentamente, la gente cominciò a risalire verso il centro, affollandosi attorno alle bancarelle dei venditori di torrone di Tonara e di sorbetti di Aritzo. In piazza del Municipio e lungo il muraglione dell’antico convento erano già pronte le impalcature dei fuochi d’artificio che, dopo cena, avrebbero concluso la giornata. Dovunque ci fosse un po’ di spazio, lungo i muri delle case e ai piedi del muraglione, le venditrici di biscotti avevano disposto per terra le loro canestre rotonde colme di ciambelle. I venditori di coltelli, venuti dalla lontana Pattada, presentavano la loro merce sparsa sui neri mantelli di orbace: erano coltelli di varia grandezza, con il manico di corno e la lama a forma di foglia, di cui tutti gli abitanti di Norbio erano forniti, e che servivano per tagliare il pane e per sgozzare gli agnelli, per difesa e per offesa: alcuni lunghi un palmo, altri non più lunghi del mignolo di un bambino, ma aguzzi e bene affilati. La gente commentava la corsa, ognuno esaltava i propri preferiti e aspettava che la giuria proclamasse il nome del vincitore. Ma a un certo punto il brusìo della folla si fece più intenso, come quello di un alveare in allarme.

colori, costumi, gente

p. 128
C’era gente nello spiazzo: carri e buoi con uomini e donne, branchi di porci con i loro guardiani, e il forestiero con la donna in groppa sul giovane morello.

flora e fauna, gente

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