Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
p. 818
Gli occhi verdognoli, di tanto in tanto, pure nel sorriso, si oscuravano come se dentro vi passassero ruotando delle ombre.
p. 818
Il cugino la guardava e sorrideva mostrando i bei denti nel viso pallido; era più magro e gialliccio del solito e appunto con quei denti sani nel viso devastato pareva uscito appena da una malattia.
p. 821
Si ricacciò la berretta in testa e s'avviò per andarsene: Marianna gli balzò davanti, lo afferrò per le maniche del cappotto col viso riverso sbiancato come s'egli l'avesse ferita al cuore.
p. 823
Egli la guardò dal basso, supplichevole, come dal fondo di un abisso, aspettando soccorso: ma gli occhi di lei erano lucidi, rossi come se avesse pianto sangue, e nel fissarlo scuoteva la testa e pareva dicesse: «Adesso è troppo tardi.»
p. 824
Un giorno, in quaresima, indossò le sue vesti più belle: tra le falde scarlatte del giubboncino si intravedeva il velluto perlato del corsetto come il chicco della melagrana attraverso la buccia spaccata; i bottoni di filograna d'argento dondolavano dall'apertura delle maniche, ciascuno con una perla cilestre nella punta, come intinti nell'azzurro di quel cielo di marzo.