Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
p. 782
Costantino, seduto già col suo libro di canzoni sul limitare della grotta, guardava lo sfondo nero del cielo dove il vento di levante sbatteva furiosamente le cime degli alberi, ma volgeva di tanto in tanto il viso e vedeva Simone ripulire bene il suo fucile, legarsi forte le scarpe e cercare infine qualche cosa in un ripostiglio, sollevandosi e allungandosi come un gatto per arrivarci meglio.
p. 782
Simone si volse, senza staccarsi dalla roccia; aveva un viso cattivo; guardò lontano, fuori, con gli occhi metallici e sghignazzò; pareva gittasse un cenno di sfida al temporale; poi riprese a cercare: trasse una cartucciera che si strinse forte alla vita guardandovi su a capo chino; e quando l'ebbe aggiustata bene la spolverò col lembo della giacca di cuoio e parve sorridere alla triplice borsa che vi era applicata e sulla quale fiorivano primitive roselline gialle e rosse ricamate con la seta.
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Simone allungava sempre più il passo: arrivato alla radura si mise a correre come incalzato dall'istinto di mescolarsi agli elementi; il suo fucile e la giacca di cuoio, bagnati dalla pioggia, luccicavano nel grigio; in breve sentì la berretta pesargli sul capo e i capelli stillare acqua come l'erba del prato; eppure respirava con un ansito di sollievo; gli sembrava di essere come quella mattina nel bagno, col nome di Marianna che gli sgorgava dal cuore e rombava col tuono riempiendo di rumore il mondo.
p. 784
Verso il tramonto la pioggia cessò e il sole apparve fra le nuvole che s'erano tutte radunate in cerchio all'orizzonte. Distese di stoppie d'orzo brillavano come stagni argentei tra il verde delle brughiere. Una cerbiatta che sembrava d'oro, col pelo biondo lucido d'umidità e gli occhi spauriti di cristallo nero, attraversò d'un balzo la strada. Una donna a cavallo, coperta tutta da un gabbano d'orbace, s'avanzava lentamente, staccandosi dal paesaggio fantastico di nuvole che faceva da sfondo alla sua figura. Arrivata davanti ai due uomini li guardò dall'alto rispondendo con un cenno del capo al loro saluto. Era giovine e bella, con lo sprone al piede come un uomo; i suoi grandi occhi castanei, all'ombra del lembo del gabbano con cui s'era coperta la testa, rassomigliavano a quelli della cerbiatta, ma sereni, fiduciosi: e Simone pensò alla donna veduta dal servo di Marianna e da Marianna stessa, e disse, scrollando la testa:
- Se quell'altra fosse coraggiosa così!
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Allo svolto del sentiero videro una capanna a cono, sullo sfondo delle nuvole, sul ciglio della valle, col fuoco che brillava nell'apertura e accanto la figura nera del pastore: e volsero i passi da quella parte, per asciugarsi e rifocillarsi, ma prima di arrivare Simone disse accigliato al compagno: - Guardati bene dall'accennare a dove andiamo: se no è meglio che tu non venga oltre con me.