Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
p. 757
Raggiunta? D'un tratto si fermò, si volse, guardò lontano verso la macchia nera della Serra.
p. 757
Camminò fino all'alba dirigendosi verso il monte Gonare del quale vedeva la cima in forma netta di piramide spiccare azzurra fra gli altri monti grigi alla luna.
p. 758
Per arrivare dovette aggirarsi in un vero labirinto di macigni, di pietre, di macchie e di alberi selvaggi: fra le querce nere contorte dallo spasimo millenario dei venti le roccie sbucavano qua e là come teste diaboliche; poi un bosco di lecci aspri nani si stringeva intorno alla grotta; ma una volta lassù, egli dominò da una specie di nicchia incavata nel macigno tutto il panorama della valle.
p. 759
Così tutto fu rosso, dopo l'argento dell'alba; poi tutto oro e azzurro; e il vento sbatté gli alberi contro il cielo; passarono le nuvolette bianche d'estate, i falchi e i nibbi; il sole fu in mezzo al cielo e la conca dell'acqua lo rifletté intero.
pp. 759-760
Riaccese il fuoco, infilò la carne nello spiedo di legno e la mise ad arrostire davanti alla fiamma; infine si spogliò e scese nudo alla conca guardandosi il petto bianco come quello di una donna. Non cessava di spiare attorno, mentre si strofinava i piedi con ciuffi di capelvenere che gli lasciavano la pelle verdastra; nel sollevare il viso per ascoltare i rumori lontani, i suoi begli occhi riflettevano il verde e l'oro intorno; e sul suo dorso bianco macchiato di grossi nèi simili a lenticchie passava un brivido e tremolavano le ombre dei giunchi.