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Colori

Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941

Elias Portolu

Grazia Deledda

p. 104
La luna passava tra i rami, limpida, tranquilla; negli sfondi d'argento altri profili di boschi si disegnavano neri come montagne.

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p. 105
laquo;Perché rimproverarlo?», pensò; «egli soffre, si vede, egli diventa rosso; batter su lui è come batter la scure contro una canna.»

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p. 107
Prete Porcheddu era beneficiato cantore e non sperava certo di diventar canonico; ciò nonostante viveva comodamente servito con amore dalla vecchia sorella Anna, in una casetta ancora arredata all'uso del natio villaggio, con alti letti di legno a baldacchino, e arche di legno nero e scranne col fondo di paglia.

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p. 108
Finalmente prete Porcheddu rientrò; era sempre lo stesso, rosso ed allegro, ed accolse Elias con esclamazioni di gioia, ma guardandolo fisso e maliziosamente.

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p. 109
Una specie di estasi lo avvolgeva: tutte le angoscie, le inquietudini, le vergogne, le indecisioni erano cessate; davanti a sé vedeva una via bianca e piana come lo stradale che percorrevano, e uno sfondo nitido, sereno, simile all'orizzonte turchino di quella pura mattina.

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