Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 98
Il gatto fermo sulla finestruola, con gli occhi fissi lontano pareva immerso nella contemplazione delle montagne grigie e violacee che chiudevano l'orizzonte.
p. 99
Elias, tutto roseo e bello nel suo travestimento femmineo, s'oscurò in viso.
p. 101
Era un'alba triste, cinerea, ma non fredda: il cielo s'era coperto d'una sola nuvola caliginosa, immobile, che pesava come una volta di pietra grigia sui paesaggi morti. Elias cavalcava solo, smarrito in quel silenzio di morte.
p. 101
Oltrepassando il varco della tanca sollevò lentamente gli occhi e guardò come trasognato il paesaggio che gli si stendeva davanti, silenzioso e verde, di un triste verde invernale: le roccie, la linea del bosco, grave ed immobile sul cielo grigio, tutto gli parve mutato, tutto corrucciato contro di lui.
p. 101
Non s'udiva una voce, non si moveva una fronda: anche i rigagnoli, lungo l'orlo dei sentieri, passavano verdi, freddi, silenziosi.