Italia ed Europa
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 423
Vossignoria non parve sorpreso. Ma dopo un momento domandò:
- Dov'è? Si può conoscere?.
- Sta a Calangianus, in Gallura.
- Troppo lontano. - E Giacinto, con gli occhi distratti, riprese a narrare delle favolose ricchezze dei Signori del Continente, dei loro vizi e delle loro dissipazioni.
p. 438
- Allora mi lascino formare la mia famiglia. Io, magari, porterò Grixenda in casa loro ed essa le aiuterà. Ormai esse sono vecchie. Io lavorerò. Andrò a Nuoro, comprerò formaggio, bestiame, lana, vino, persino legna, sì: perché adesso, con la guerra, tutto ha valore. Andrò a Roma e offrirò la merce al Ministero della Guerra. Sai quanto c'è da guadagnare?
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 5
- Allora me ne andrò lontano; e se tu vorrai venir con me ti porterò via, in Continente. Io conosco bene il Continente, perché è da poco tempo che ho finito il servizio militare. Sono stato a Roma e poi in Calabria ed in altri posti ancora. Là tutto è bello... Se tu verrai...
p. 7
- Abbi pazienza, agnellino mio. Mia moglie morrà presto; ma anche non morisse io troverò il tesoro e ce ne andremo in Continente.
Olì protestò, pianse, non sperò molto nel tesoro, ma continuò ad amoreggiare col servo.
p. 7
- Ebbene, a Maras un servo come me trovò un fascio di verghe d'oro. Egli non si avvide che erano d'oro e le consegnò ad un fabbro. Stupido! Ma io mi accorgerò bene... Nei nuraghes, - raccontava poi, - abitavano i giganti che usavano le masserizie d'oro. Persino i chiodi delle loro scarpe erano d'oro. Oh, si trovano sempre dei tesori, cercandoli bene! A Roma, quando io ero soldato, vidi un luogo dove si conservano ancora le monete d'oro e gli oggetti nascosti dagli antichi giganti.