Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 362
S'udivano i gridi dei bimbi, le voci delle donne che si giuravano amicizia stringendo i nodi del comparatico di San Giovanni; ed egli si rivide ragazzetto, poscia adolescente: rivide le valli inondate dal chiarore azzurro della luna, i sentieri gialli attraverso il bosco nero dell'altipiano e le greggie vaganti e il mare lontano...
p. 362
Rimasto solo Jorgj aprì la lettera attento a non far volar via neanche un pezzetto della busta: la luce moriva nella stamberga, ma a lui sembrava che le parole scritte sul foglietto azzurro scintillassero come stelle sul cielo della sera.
p. 363
Pretu balzava su per la scalinata del Municipio come un piccolo muflone; nella piazza raggiunse il prete che se ne tornava a casa nero e lieve come un'ombra, gli baciò lamano, vide zia Giuseppa e Lia sedute sul patiu intente anch'esse a chiacchierare con altre donne.
p. 363
La luna ancora bassa sopra i monti al di là della vallata illuminava la piazza con un chiarore dorato di lume lontano; metà della valle rimaneva oscura mentre l'altra metà era tutta argentea, e d'argento azzurrognolo parevano le montagne spiegate come grandi ale al di qua e al di là dell'Orthobene coperto d'ombra.
p. 364
La cieca filava sorridendo al filo d'oro che scorreva fra le sue dita: i suoi grandi occhi neri, sotto le folte sopracciglia arcuate, parevano sani.