Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 359
Sul fazzoletto ch'egli s'era avvicinato alla bocca rimase una macchia, rossa come i papaveri che zio Remundu aveva portato in mezzo all'erba.
p. 359
Sul cielo rosso del crepuscolo i razzi salivano come corde d'oro lanciate dal basso sciogliendosi in grappoli azzurri e violetti, in diamanti e smeraldi.
p. 359
La luna che spuntava sopra Monte Acuto pareva indecisa a salire sul cielo, offesa per lo spettacolo di quei fuochi insolenti che pretendevano d'illuminare loro la sera; una stella rossastra ferma sopra la torre della chiesa guardava invece fissa e melanconica, un po' pallida e come rattristata dal falso splendore dei razzi...
p. 359
Ed egli, egli non aveva nessuno che lo confortasse, e neppure il vetturale portava per lui, dalle azzurre lontananze dell'orizzonte, un soffio di vita e di sogno...
p. 360
Anche nella stamberga rischiarata dalla luce rossa del crepuscolo, Jorgj e il dottore discutevano d'amore.