Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
pp. 85-86
Filippo II di Spagna, nel 1579, pubblicò una legge, colla quale prescriveva ai sudditi, di qualsivoglia grado, di lasciar crescere la barba, postoché certuni, dimenticando la dignità (?) se la radevano; e per dar forza coll'esempio al reale decreto, egli volle che suo figlio comparisse in pubblico con una folta barba. Carlo Emanuele III di Savoia, invece, nel 1744, abolì con un pubblico bando l'uso inveterato nei popolani del contado di lasciar crescere la barba. Dobbiamo dunque dedurre: che gli abitanti del Capo settentrionale ubbidirono al re di Spagna, e fecero i sordi all'editto di Carlo Emanuele III; gli abitanti, al contrario, del Capo meridionale, sono tuttora fedelissimi all'editto di Casa Savoia, e si radono la barba scrupolosamente.
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Oristano [...] ha prosciugato diverse paludi ch'erano quasi dentro paese.
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Conchiudendo: il logudorese odia il rasoio come un vile strumento che deturpa il viso e diffatti ha un proverbio che dice: homine de paga barba, homine de pagu proe (uomo di poca barba uomo di poco valore). Il campidanese, al contrario, si raschia fin sotto al naso e in questo cammina colla civiltà che ha mantenuto i barbieri, come ai tempi di Goldoni. Ed è tanto vero che le barbe sono il distintivo dei sardi settentrionali, che gli stessi campidanesi, quando si mascherano con barba finta, sogliono dire: a sa cabisusesa (alla foggia del Capo di sopra).
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i>A sa cabisusesa (alla foggia del Capo di sopra).
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Ha eretto una superba statua alla sua valorosa Eleonora d'Arborea.