Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
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E' sorprendente invero la divisione del lavoro e la rapidità di tutte queste operazioni, eseguite proprio alla buona, con sistema veramente primitivo, senza il concorso dei nuovi trovati introdotti dal progresso nelle principali peschiere dell'Adriatico e del Mediterraneo. In poco più di due ore si erano pescati e venduti quasi novemila chilogrammi di muggini a più di duecento rivenditori; i quali lo avevano caricato sui propri cavalli per recarlo in ogni angolo dell'isola: da Sassari a Macomer, da Bosa ad Ales, da Nuoro a Tempio, da Iglesias e Lanusei.
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Partiti i viandanti compratori e i poveri del giovedì, la famiglia Carta invitò a pranzo nella casa della direzione tutti gli ospiti; e fra le altre pietanze, si portarono in tavola i famosi maccheroni, che, per antica consuetudine, non devono mai mancare. Terminato il pranzo, i signori Carta fecero visitare agli ospiti ogni angolo della peschiera, a cominciare dagli infiniti canali, fino ai diversi fabbricati che servono di abitazione ai pescatori e di magazzini per la confezione delle bottarghe e dei muggini affumicati.
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Si mostrarono agli ospiti gli squisiti mugheddus, appesi in bell'ordine alle travi, per la fumigazione.
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Essi non sono che i muggini seccati al fumo e lasciati nel sale; e cambiano allora – come nota il Cetti – il loro colore d'argento in quello d'oro.
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Questa cucinatura non consiste che nel far bollire il muggine nella stessa acqua dello stagno, e lo si avvolge, quando è cotto, in un'erba chiamata zibba, la quale cresce in quelle spiaggie. Il muggine così cucinato chiamasi merca. Arrivati alla spiaggia si smontò dalle carrozze, per assistere all'arrivo delle barche, cariche anch'esse de' muggini e dei pesciolini, che gli oristanesi conoscono sotto il nome di oixi oalixi.