Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
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La casetta di Rosa, a pian terreno, come la maggior parte delle case, aveva tre camere di facciata: quella di mezzo, più grande di tutte prendeva luce dalla porta d'ingresso e da una piccola finestra; un'altra finestra avevano le due camere laterali. Le quattro aperture davano tutte sulla strada.
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Le pareti della sala sono adornate di crobis e canistreddas (cesti, canestri e stacci di giunco).
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Lle altre due tavole, dette meseddas, servono per diversi usi.
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Quelle case, per lo più senza intonaco, danno una tinta grigio-oscura ai poveri paesi, che perciò si presentano melanconici, tetri, uggiosi, a chi li visita per la prima volta.
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Vicino alla piccola finestra, nell'angolo, in modo che dalla strada possa vedersi, è il telaio, il mobile prediletto e più caro della casa, dinanzi al quale siede sempre qualche donna della famiglia. Si sa d'altronde che Cabras vantò in ogni tempo molte tessitrici e l'Angius col Valery, nel 1836, contarono nel paese non meno di 860 telai.