Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 187
Eppure i nostri labbri rimanevano immoti sul comune desìo.
p. 190
Mi valsi d'un pronubo nella persona fidatissima d'un compare, il quale nella sera successiva a quell'incontro sarebbesi presentato a signor Efisio a perorarne la causa. - Io era rimasto in una trepidante aspettazione; non appena rientrò il pronubo, gli corsi intorno per domandarlo. Signor Efisio a prima giunta avea mostrato sorpresa della richiesta; ma poi se n'era tenuto contento.
p. 190
Chi non ha provato quanto pesi la croce d'una domanda di matrimonio, scrive l'illustre romanziere Salvatore Farina, non può dire fin a dove giungano le miserie del cuore.
pp. 191-192
Infatti quei Sardi, nostri padri, erano irremovibili nelle loro parole; così lo fossero stati solo in punti d'onore; ma sgraziatamente lo erano anche nelle vendette!... Avrei del pari dovuto far notare a signor Efisio che i genitori hanno tutto diritto, anzi stretto dovere di educare i cuori dei figli, ma non mai soggiogarli, però quei buoni padri la pensavano a modo loro, e quel ch'è peggio, non volevano essere contradetti; ragione, l'ignoranza dei tempi e quell'avanzo di barbarie medioevali che tuttavia serpe fra i cuori non ingentiliti.
pp. 192-193
Signor Efisio – è duopo qui dirlo – era uno di quei genitori del tipo caratteristico, che come vi accennava, sono inflessibili nei loro propositi e non ascoltano voci del cuore, spesso sagrificando teneri affetti e rendendosi colpevoli di mostruosi delitti. Costoro si evadono dalle accuse colla pretensione di esser a lor affidato l'avvenire dei figli; epperò, per quanto omninamente possono, tentano d'assicurarlo, e soffocando ogni passione che lo pregiudichi! Come se un avvenire vantaggioso formi la felicità dell'uomo cui solo tende e la felicità sia un bene puramente materiale!.... Educhino i genitori i cuori dei figli e vi facciano gli sforzi; ma nelle aspirazioni siano lasciati liberi, perocchè sia questa legge di Dio, legge di natura! - La felicità dell'uomo non può raggiungersi che colla libertà e col conseguimento ragionevole dei rispettivi desideri. - Questi individui se mai ne sussistessero nelle presenti società, e che tanto pregiudicano il bene morale dei figli, si concilino da una volta coll'emancipazione dell'uomo e ritengano che l'uomo è nato libero e vuol morire libero!