Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
pp. 147-148
Sta volta don Barrile comprese l'allusione poiché vidilo far cenno alla nipote, che fu propria levarsi, ricevere gli ordini, uscire, rientrando poco dopo con in mano un gabaret di bicchieri colmi d'un liquore dal color dell'ambra e dall'effluvio dell'ambrosia. Noi bevemmo alla salute del padrone – all'amicizia e l'amore!.... Indi facemmo i meritati elogi al nettare, che veramente era degno degli Dei, e ad ora convenevole uscimmo.
p. 148
Arrogi la sua massiccia ignoranza, continuò Riccardo - egli è uno di quei preti creati all'epoca che i reverendi venivano su come funghi! Se vedessi la sua scrittura... tiene dell'ebraico – sembra, geroglifici d'Egitto, e non si capisce un'acca! - egli è reputato il più tremendo Negromante dei dintorni!
pp. 148-149
Quante diavolerie sballa a quei gonzi che bevono tutto e snocciolano soldi a bizzeffe! - Non v'è dubbio, interuppi – in Sardegna c'è tuttavia la superstizione in sommo grado nelle masse popolari; ciò fa rilevare anche la grande ignoranza che sgraziatamente regna in esse, e il poco zelo del sacerdozio a cui dovrebbe incombere il diradare le tenebre che annebbiano quelle menti, e staccare il plebeo dalle sue credenze! Ma il suo sacerdozio per comune sventura, ha creduto tener il popolo ignorante, superstizioso, e tanto per estendere il suo dominio e reggersi su un trono creato dal fanatismo e dalle riscaldate fantasie della gente che, non contenta d'arrogarsi poteri sul Cielo e sull'Inferno, voleva governare sulla Terra!
p. 150
Sognavo ancora di cervi e daini spaventati, messi in fuga – di spari, di grida, d'abbaiar di cani e del trambusto selvaggio delle nostre caccie, quando odo picchiare all'uscio della mia camera.
p. 150
I raggi della vaga Cinzia divenivano più languidi, il suo disco si fece cinereo, ferale, finchè spari affatto. Qual purezza d'aere! qual limpido orizzonte! - sembrava l'oceano nella sua calma e maestà. Ma quel lembo di cielo poco dopo s'ammantò a porpora, s'elevarono dal suo grembo nubi graziosissime, ch'erravano nell'ampia distesa variopinte, simili ad aiuolette di fiori, mentre appariva il sole, gaio e ridente.