Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
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Avea la fronte ampia, limpida, orna d'un visibilio di capelli biondissimi, gli occhi grandi, azzurri, sereni come il cielo di maggio.
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Ritenni quell'uomo per poco più di materia; anzi, ora che ci penso, se al mio posto fossessi trovato il chiarissimo professor Mantegazza, certo avrebbe pescato maggior copia di prove a sostenere il suo specioso asserto sul materialismo del pensiero.
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Cenni di capo e inopportuni scrosci d'un riso insipido come le carotte d'Alghero!
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Insomma tutta in lei si compendiava un'eroina di sarda bellezza. Don Barrile sembrava lì a bella posta per far spiccare le attrattive della nipote. Era il Polifemo Del-Piombo collocato nella sala della Galatea per render più commovente la vista della graziosa Ninfa.
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Ella faceva ogni tratto udire scoppietti di risa giocondissime, ponendo in mostra i suoi dentini a filze di perle, e dilatando i suoi occhi turchini, gonfi d'ilarità.