Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 125
E non pertanto si trascurava di spazzare i tondi e vuotare i bicchieri.
p. 126
Il zefiro scherzava giocando fra le foglioline degli alberi, facendovi suscitare un dolcissimo susurro misto al concento degli uccelli, e sollevando per aria il soavissimo aromato dei fiori primaverili, che rinvigoriva l'animo, deliziava il petto, molceva e concitava i vergini cuori all'amore. In quella mattina una sollazzevole brigata di pastori e pastorelle usciva dal borgo di B.*** avviata al prato in vicinanza a quel bosco da me indicatovi, nell'intento di eseguirvi la tosatura delle pecore, che come saprete, in Sardegna è solito inaugurarsi nei rispettivi ovili, con gran festa e col concorso di molti parenti ed amici.
p. 126
Era uno stupendo mattino di maggio; il sole poco levato dall'orizzonte frangeva i suoi raggi benefici sulla natura, ridente pel gaio verde e sfolgorante per la fresca rugiada simile a infinite scintille.
p. 127
Inallora vivevamo mio padre e il padre di lei - due tipi pastori dallo stampo antico. Essi, divenuti ricchi dalle pingui entrate di lane e di formaggi e dalle vendite di molte partite di bestiame, e più dalla fortuna che a loro sempre arrise, avevano abbandonato la campagna e s'erano ridotti al paese; conservando però il carattere che avevano sortito e le costumanze pastorali, solo affidando la custodia dei numerosi armenti a dei lor servi-pastori.
pp. 128-129
Mio padre non pensava come sgraziatamente la pensano molti ignoranti del tempo presente, i quali per avere i loro genitori trasandato di educarli nelle scolastiche discipline, ne rendono la pariglia ai propri figli e li trascurano nell'ignoranza. Per costoro sicuro ci sarebbe di assoluto bisogno la legge sull'obbligatorietà d'insegnamento. Inallora avevamo nel paese un vecchio maestro dell'antica risma – certo prete d'una classica ignoranza, e che solevamo chiamare maestro Lupaccio! - Costui, era educato alla scuola del materialismo, non sapeva insegnare che con la legge del rigore. Aveva di più un umor tetro - un cuore selvaggio; i fanciulli lo fuggivano un miglio, e non si potevano ridurre a scuola, che a furia di minacce e scappelotti.. Era veramente un lupo in mezzo agli agnellini. - La scuola era luogo di sospiri, pianti e altri guai - perocchè il crudo maestro faceva ogni malgoverno dei poveri ragazzi... Potete immaginare con qual core cedessi alle preghiere di padre, che voleva frequentassi quel luttuoso luogo. - Il buon'uomo si figurava che ne dovessi attignere di molte belle cose, e il saper leggere e scrivere, invece a capo dell'anno portai a casa tante solenni busse, che m'aveano reso mogio lo spirito - la filastrocca delle orazioni di mane e sera, e la lettura dell'A,B,C, che aveva imparato pappagallescamente. Fu disposto perciò che il susseguente anno mi s'inviasse a Sassari presso il Convitto Canapoleno, ove avrei avuto una ben compiuta educazione.