Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 122
Ma noi sardi siamo instancabili in campagna, e la nostra brigatella, dopo breve sosta, era ridivenuta animosa, gagliarda, capace ad affrontare novellamente più dura fatica.
p. 123
Cirillo non aveva mai sparato un fucile! ciò fu per noi motivo a ridere sgangheratamente; si esortò quindi a mettersi alla prova, chè era vergognoso in un sardo non saper sparare.
p. 123
Se l'era impossessato una tremarella che gli faceva battere i denti come ci avesse avuto il freddo della terzana.
p. 124
Egli, con la disinvoltura di un sardo alpigiano, tolse il suo fucile, l'inarcò e spianò con garbo, prese un momento la mira e sparò.
p. 125
Noi prendemmo a salire una vicina collinetta ingombra di alberi dal grosso fusto e dai rami che s'intrecciavano selvaggiamente, formando fantastiche volte con ombre cupe e misteriose. Giunti al sommo, sostammo; Paolo volse lo sguardo all'opposta china, e ve lo tenne fisso alcuni momenti, senza rivolgermi verbo – Certo in quel punto la sua mente trasvolò in un tempo, che gli avea lasciato nel cuore incancellabili ricordanze. - Lo udì poi sospirare, e mentre coll'indice m'accennava un bosco ai piedi della collina e vicino a una vasta prateria, così prese a dirmi.