Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 111
Sù, su, signor Cataplasma, diceva il dottore rivolto allo Speziale << con quella vostra schiena convessa mi sembrate addirittura piantando ravani e cipolle.. >> << Assistito, già s'intende, dalla sua affettuosa Verdiana, osservava Riccardo << che sa ben porgergli la semente!
p. 112
Il tuo lembo pria cinereo e annebbiato, s'è di repente tinto di fuoco, l'ampia tua distesa s'è cosparsa dei gigli e delle rose di Titone, ed io t'ho assomigliato ai cinquanta talami del dio Ercole.
p. 112
Come più ben potemmo sollevammo i caduti; formammo quindi di tutti noi una salda catena, reggendoci reciprocamente alle braccia, e fatto un erculeo sforzo, superammo l'ultima difficoltà e raggiungemmo la rocca.
pp. 112-113
T'ho contemplato sull'alta notte, quando il tuo azzurro s'è fatto cupo e ti sei vagamente adorno di stelle scintillanti, che paiono occhi dilatati per la curiosità, e mi sentì librato attraverso le tue sfere; e vidi spettacoli inanerrabili, e udì musiche celesti incomprensibili!
p. 113
Così fatti pensieri rivolgeva nella mia mente estasiato dall'incantevole azzurrino del cielo, che io contemplavo dall'alto poggio di Burgos, ove giacciono i ruderi del Castello.