Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 97
Ella poi mi fece vedere le sue bambole, i suoi giocatoli, i suoi ninnoli, mi fece vedere i suoi vestitini più belli, mi fece scendere nel giardino, ed ivi dettesi con cura a compormi un mazzettino di fiori autunnali, mentre io mi deliziavo a riguardare il bel luogo. Il giardinetto del mio ospite era infatti un luoghetto tutt'amenità e grazia; vi prosperavano rigogliosamente di bei arancetti, cedri e limoni; vi odoravano soavemente aiuolette di fiorellini – e vi si udiva il grato ronzio dell'ape che fabbrica il miele e la cera. Quasi nel mezzo vi sorgeva, a guisa di padiglione, un pergolato, lussureggiante di pampini e carico di grappoletti maturi; al di sotto era un sedile di pietra ricoperto di musco.
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La luna che subisce tranquilla le sue fasi, che non cessa tornarci cara, simpatica amica – inspiratrice della solitudine, qual ninfa Egeria.
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Ella era vestita in nero, pallida, smunta; era prostrata in terra cogli occhi rivolti in sù, e con le mani occupate a snocciolare i pater-nostri d'un rosario... [...] Considerai le sfere che con mirabile armonia ci roteano intorno intorno; esse si specchiano l'un l'altra, si sorridono a vicenda incessantemente; esse compiono que' giri che Dio segnò loro sull'infinito – esse non degenerano dalla maestà che sortirono... Considerai il sole, perennemente infuocato e smagliante di luce, che governa quei mondi che Dio a lui destinò soggetti; li riscalda col suo calore, l'illumina colla sua luce – e lo reputai orgoglioso della sua sorte.
p. 98
La terra che placida s'addormenta nell'inverno, che giuliva si risveglia in primavera, che bionda e ricca s'appresta nella state, e che deliziosa si rende in autunno.
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Non odi tu gli uccelli gorgheggiare lietamente? - gl'insetti ronzare allegramente, i quadrupedi mandare festevoli grida, i pesci guizzare con letizia, e i rettili strisciare con certe lor spire voluttuose?