Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 94
O, in quanto a questo! - sai bene l'ospitalità è ingenita nei Sardi. Noi salutammo tutti quei signori, che al nostro arrivo si levarono, dirigendosi da me per stringermi la mano e darmi la benvenuta, quantunque fosse la prima volta che mi vedessero. Io li scongiurai a non sturbarsi per me e a continuare la partita; essi vi si accomodarono fino al suo termine. Don Giocondo e lo Speziale furono dichiarati perditori e pagarono il vermouth per tutti.
p. 95
E s'incominciò a parlar di porcetti cotti al forno, di pippioni arrostiti, di vini vecchi e che so io, cose da far andare in sollucchero
pp. 95-96
Quì Paolo voleva lasciarci, ma il mio amico lo pregò che restasse a pranzo con noi, ed egli stette; e quando le vivande furono imbandite, ci ponemmo attorno al desco, e togliemmo a lavorar di ganasce ch'era un piacere.
p. 96
Io rimasi a ciaramellare con Isabellina, la quale andava sempre dimesticandosi meco, e rendendosi disinvolta, amabilissima. Io la copriva di baci, la careggiava, la trastullava amorosamente.
p. 96
Ne soleva servire Tonietta, che si aveva messo in capo un fazzolettino color rosa, del colore del suo viso.