Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 85
Quel tale là sul pergamo, è mi pare un sant' Ermolao, così è grosso e duro; egli è pingue come uno stallone... ebbene, lo credereste? Egli predica l'astinenza, il digiuno! - e mentre in casa sua, alla dolce armonia del Salterio accompagna la sugosa gravità del giarrosto... Non parlerò dei negromanti che a dispetto del nostro secolo di progresso, sieguono le loro diavolerie, e tanto per spillare qualche liretta dalla borsa dei gonzi, né dei reverendi usurai che accorrono ai bisogni del prossimo al cento per cento d'interesse, neppure di tutti i mercadanti alla Santa bottega che aprono partite semplici e doppie con Dio, con le anime e col diavolo! - insomma l'è il Clero attuale la quint'essenza d'ogni immortalità – Epicuro in carne e ossa, il falsario del Vangelo. A tutto ciò aggiungi la densa vernice della sua ipocrisia, ed avrai il giusto quadro dei mansueti agnelli che si chiamano discepoli di Cristo.
p. 86
Tanto per stamane, non c'è caso che io ti possa presentare alla mia bella, ripasseremo stasera, e se Dio Bacco permetterà che quella pezzuola sia tolta, noi potremo benissimo entrare in quella casa e passarvi un'oretta allegramente.
p. 87
Così è, amico, in città suona bene quel proverbio che dice: l'amore fa passare il tempo, e il tempo fa passare l'amore.
p. 88
Devi sapere prima di tutto che la mia Beatrice è un'assai bella ragazza – una Calliope incarnata!- Ha gli occhi grandi, del colore del firmamento quando è sereno; i capelli biondi, anzi biondissimi.... << Sono d'ultimo gusto!.. >> << Ed io che vò matto per i capelli biondi! - Ha un bocchino rosato, eloquente, dolcissimo.
p. 89
Prendo insomma ad avvicinarmi più a lei, tanto che in men d'un mese il mio negozio sarebbe stato bello e conchiuso, se il cane del prete non vi si fosse dichiarato avverso.