Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
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Ma dimmi, o Riccardo, come colei potè sovrastare al cumulo di tante ambascie?
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Ella poi veste sempre a lutto – lavora indefessamente – prega caldamente Dio, che la chiami al suo seno, e si martira il corpo con ogni sorta di mortificazioni, e con stoica indolenza... O, ella è pur degna del perdono di Dio e del compatimento degli uomini!
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Intanto preso commiato dall'ostessa, inforcammo i nostri cavalli e partimmo di carriera dalla città di Ozieri.
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Fatto appena un mezzo miglio, prendemmo a battere un sentiero assai angusto e scosceso. Talvolta esso si spingeva su su, come per raggiungere l'ertezza d'un ciglione, tal'altra scoscendeva a precipizio fra balze e dirupi spaventosi. I nostri cavalli vincevano con impareggiabile destrezza quelle asperità, e galoppavano alacremente. Facevano piacere a vederli inerpicarsi su quei burroni, e poi scivolare senza pur fallire un piede, con quell'animosità loro propria. Queste nostre besticcole – che ben si possono così chiamare a petto degli stalloni di continente non addimostrano a prima vederle la grande abilità che si hanno e per cui tornano a noi molto care; nessun'altra cavalcatura farebbe al nostro caso; esse sono al Sardo alpigiano, come il camello al nomade dell'Africa. La provvida natura dispensò saggiamente i suoi doni. Dopo aver camminato buon tratto al detto modo, sbuccammo alfine in una vasta pianura, la quale andava a confinare nella foltezza d'un bosco, che si vedeva in lontananza. - Noi dovevamo traversare per lungo tutta quella pianura e poi anche il bosco. Pertanto quì rincominciò il nostro garrire, che finora era stato acchetato dalla strada malagevole. Il mio amico, Riccardo come se nulla gli pesasse più sull'animo del conto della sorella, ridivenne gaio, ed era bello a vederlo far spiccare graziosamente corvette e caracolle a quel su briosissimo puledro.
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Su, sentiamo, sentiamo il programma di questi tuoi trattenimenti villerecci; e se dico programma, mi pare che il vocabolo calzi bene l'argomento. E' questa una voce d'uso d'ampio significato, anzi d'elastico senso; perchè si restringa e allarghi a tempo - come si vuole... I giornali di tutti i colori, i deputati d'ogni partito ne conoscono la forza; essi intitolano con simile parola le loro succolenti promesse; i primi, si intende per adescare abbonati, e i secondi per ingarbugliare elettori... Ma è bene tener sempre a mente quel detto che non falla mai: << Vi prometto molto – attendete corto!