Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
pp. 40-41
Ci fece il conto in comune e Riccardo pagò tutto; che l'ospite sardo non deve mai entrare nel fare del paese.
pp. 41-42
Eppoi a me vanno tanto in animo quei giovani, che come Paolo, sono istruiti – san parlar bene l'italiano.. O se tutti i giovani nostri fossero al paro di lui nell'istruzione ed educazione! Vedresti come anche da noi Sardi si saprebbe metter su al mondo... Però dev'esser stato agli studi, Paolo? << Sicuro, ha compiuto il corso ginnasiale. Peccato che non abbiam proseguito; lo trovo d'una mente assai svegliata. Dovette partire alla leva! Ah, fece il soldato Paolo? Si, ed ha combattuto le guerre dell'indipendenza ove riportò onorate ferite, e la medaglia al valor militare.
p. 42
Penso quindi poterla vedere anch'io questa sninfia, la sera dei morti! >> << Si la vedrai nell'atto pietoso di disporre sulla crocetta del suo estinto una coroncina di amaranti.
p. 42
O, vedete – ecco un martire della nostra terra – un povero giovine cui fu forza a tutto rinunziare – alla carriera degli studi, chi sa per lui brillante, ad un avvenire, forse per lui dorato; e ciò per accorrere in aiuto della comun madre, Italia – per versare per Lei tutto il suo sangue! - E quanti altri martiri non saranno in questo remoto angolo di terra?... Eche perciò?... La Sardegna fu forse considerata mai come figlia ingenita di Colei?
p. 43
Penso, a piangere incessantemente e inconsolabilmente... novella Artemisia, sulle ceneri del suo Mausolo! - O che perla di donna! Sfido cento per uno, che non si trova l'eguale al mondo a volerla cercare con la lanterna! - Però, amico, tu non mi potresti niegar che costei non soffra per lo meno la monomania!