Lanusei, Tipografia Sociale, 1885
Ritedda di Baricau
Marcello Cossu
p. 72
Fra i molti fatti avvenuti allora di simil genere, ricordo questo, atatomi raccontato da un reduce di Crimea.
p. 73
Il nostro Daniele apparteneva ai nati del 1830, epperò veniva compreso nella lista di quell'anno.
p. 74
Il contadino aveva spogliato la vite dei suoi grappoli; già gli alberi cominciavano a deporre le foglie; già il cielo coprivasi di un grigio tappeto, e l'aria sottile sottile fischiava ingratamente nelle aride siepi. Succedeva una melanconica sera. Daniele e Ritedda sedevano sul dinanzi della casuccia di Barigau, sotto il pergolato brullo dei pampini, presso un cespo di gelsomini inaridito, come la speranza dei loro cuori.
p. 75
Si, si, e intanto sospenderò il mio peplo da nozze sull'altarino della Madonna del Carmine sino al tuo ritorno. Ogni mattina vi recherò un mazzolino di fresche viole raccolte nella valle. alla sera, cantando le litanie in Parrocchia, penserò al mio Daniele.
p. 75
Avevo trapunto io stessa la bella pezzuola di scarlato da pormi in testa la prima volta.