Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 322
Ora l’Africa accendeva la sua fantasia. Lo aspettava un lavoro quasi da burocrate in un vecchio fortilizio arroventato dal sole, ma lui non lo sapeva, e sognava l’Africa di Pierre Loti e del capitano Bòttego e fantasticava di partite di caccia e di donne meravigliose.
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Il tram infilò la via fiancheggiata a sinistra dai grandi palazzi con gli alti portici ombrosi e a destra dai colossali ficus elastica del fogliame folto, carico di polvere.
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A Cagliari, sotto l’ampia tettoia della stazione furono circondati da un nugolo di piccioccus de crobi, i piccoli facchini cagliaritani, scalzi, vestiti di stracci e vispi come passeri, con le loro gialle corbule di giunco, sempre pronti a trasportare qualsiasi merce per pochi centesimi.
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Partirono in calesse per Acquapiana, dove presero il treno per Cagliari.
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A Cagliari, sotto l’ampia tettoia della stazione furono circondati da un nugolo di piccioccus de crobi, i piccoli facchini cagliaritani, scalzi, vestiti di stracci e vispi come passeri, con le loro gialle corbule di giunco, sempre pronti a trasportare qualsiasi merce per pochi centesimi.