Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 264
Al di là dei vetri, le cime dei pioppi, le apparivano ora di un verde sbiadito, ma la forma di ogni foglia era nitida, visibile fin nei più minuti particolari.
p. 264
Non tutti sapevano leggere; non tutti, anche sapendo leggere, si sarebbero fermati e non sarebbe stato facile spiegare in poche parole la necessità del silenzio.
p. 265
Nella stanza c’era di nuovo gente. […] Avrebbe voluto dire che non le dava fastidio l’aria, e non le dava fastidio la gente; che la cosa più bella, in quel momento, sarebbe stato avere l’aria e la gente insieme.
p. 265
Nella stanza c’era di nuovo gente. […] Avrebbe voluto dire che non le dava fastidio l’aria, e non le dava fastidio la gente; che la cosa più bella, in quel momento, sarebbe stato avere l’aria e la gente insieme.
p. 265
Nella stanza c’era di nuovo gente. […] Avrebbe voluto dire che non le dava fastidio l’aria, e non le dava fastidio la gente; che la cosa più bella, in quel momento, sarebbe stato avere l’aria e la gente insieme.