Lanusei, Tipografia Sociale, 1885
Ritedda di Baricau
Marcello Cossu
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Ritedda era il vero tipo di quella bellezza malinconica, affascinante che ancora s'incontra in alcune fanciulle della Sardegna.
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Volto dalla tinta bruna pallida, grandi occhi nerissimi, velati da lunghe palpebre, corpo flessuoso di forme elette, labbra rosse e semi aperte, che lasciano vedere due fila di denti più preziosi delle perle più pure, capelli neri, come l'ala d'un corvo, che contornano la fronte e son raccolti in vaghe treccie sul capo.
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Pargoletta ell'era Tutta sorriso, tutta gioia: ai fiori Parea in mezzo volar nel più felice Sentiero della vita, il suo vivace Sguardo, in chi la mirava, infondea tutto Il gaio spirito dei suoi giovani anni.
PELLICO - Francesca da Rimini
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Costei era nativa di Aritzo della non lontana Barbagia.
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Erano abiti semplici dell'antica impronta, che sembravano di gente uscita appena dalla vita silvestre delle boscaglie. Due falde di panno rustico e rinterzate sui fianchi si strettamente, da durar fatica nel camminare: e sul capo, a guisa di morione, un cappuccio di saia bruna, che gira sotto il mento, ove s'inganghera, e lascia cadere due faldoni sul petto, mentre scende di dietro in una specie di gronda lungo il collo, le spalle sino alle reni.