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arte aspirazioni colori contatti con altri paesi costumi emigrazione flora e fauna gente geografia giornalismo istruzione italia ed europa leggende limiti lingua modi di dire nazioni extraeuropee religiosità riferimenti letterari storia

Milano, Mondadori, 1972

Paese d'ombre

Giuseppe Dessì

p. 256
ldquo;Attilia e Potenzia erano inoltre fattucchiere, brujas, come si dice ancor oggi, professione assai redditizia in un paese superstizioso: facevano «fatture», combinavano matrimoni con filtri magici, predicevano l’avvenire e davano consigli a chiunque chiedesse, per cui erano sempre informate in anticipo di quanto avveniva nel paese, comprese le bardane che Luca Cabeddu e i suoi accoliti continuavano a fare, spostandosi spesso in paesi lontani. Sia Attilia che Potenzia erano fedeli custodi di tutti i segreti di Norbio. Sapevano che il silenzio era la condizione necessaria a mantenere il proprio prestigio e a conservare la fiducia&rdquo

costumi, lingua

p. 256
Attilia e Potenzia erano inoltre fattucchiere, brujas, come si dice ancor oggi, professione assai redditizia in un paese superstizioso: facevano «fatture», combinavano matrimoni con filtri magici, predicevano l’avvenire e davano consigli a chiunque chiedesse, per cui erano sempre informate in anticipo di quanto avveniva nel paese, comprese le bardane che Luca Cabeddu e i suoi accoliti continuavano a fare, spostandosi spesso in paesi lontani. Sia Attilia che Potenzia erano fedeli custodi di tutti i segreti di Norbio. Sapevano che il silenzio era la condizione necessaria a mantenere il proprio prestigio e a conservare la fiducia.

costumi, lingua

p. 256
Ancor giovane, alto e di complessione robusta con una zazzera di capelli rossicci che sembravano bruciacchiati dall’incendio, aveva gli occhi azzurri come quelli di un settentrionale, benché fosse, si diceva, napoletano.

colori

pp. 258-159
ldquo;La conseguenza di questa rigorosa ispezione fu che il filuferru venne prodotto da allora clandestinamente&rdquo

costumi

p. 259
ldquo;A Norbio si beveva più acquavite che vino, essendo tutti, ab antiquo, convinti che con l’acquavite si combattessero efficacemente i mali. La si usava per disinfettare le ferite, si beveva per prevenire la malaria e specialmente le infreddature e vi si inzuppavano i succhiotti dei lattanti, che smettevano di piangere e dormivano profondamente per ore, nelle loro culle di vimini, coperti di mosche&rdquo

costumi, lingua

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