Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 233
Antioco Loru si tirò con ambe le mani i grigi e lunghi favoriti.
p. 234
Donna Luisa, come tutti i nobili cagliaritani, parlava sardo, un particolare dialetto sardo, completamente diverso da quello della gente dei paesi e anche della città; un dialetto ch’era più intimo ed esclusivo degli altri, non soltanto per la cadenza, ma per i modi di dire, per il lessico pieno di allusioni e di nostalgia per i tempi in cui i nobilucci del Castello riscuotevano tributi dai lontani sudditi e portavano la spada al fianco.
p. 234
Donna Luisa, come tutti i nobili cagliaritani, parlava sardo, un particolare dialetto sardo, completamente diverso da quello della gente dei paesi e anche della città; un dialetto ch’era più intimo ed esclusivo degli altri, non soltanto per la cadenza, ma per i modi di dire, per il lessico pieno di allusioni e di nostalgia per i tempi in cui i nobilucci del Castello riscuotevano tributi dai lontani sudditi e portavano la spada al fianco.
p. 235
Francesco non aveva mai pensato di darsi alla carriera militare, e non aveva mai vagheggiato le divise, anche perché non aveva avuto occasione di vederne, né a Norbio né a Cagliari, dove, specie dopo il ritorno della famiglia reale a Torino, le parate militari erano divenute sempre più rare.
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ldquo;Chiamava il marito per cognome, secondo l’uso del tempo&rdquo