Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
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Così i Fulgheri continuarono ad essere quello che erano sempre stati, i signori incontrastati e liberi del paese disabitato di San Giovanni Nepomuceno e della vasta regione di Oridda frequentata solo da volpi, conigli e cinghiali, con i suoi grandi alberi esausti, quasi fossilizzati, coperti di un muschio grigio che li faceva somigliare a una inviolata foresta sottomarina.
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Margherita poteva chiedergli ed ottenere qualsiasi cosa; da lei si era persino preso qualche sberla, di tanto in tanto, come quando un anno prima aveva espresso il proposito di partire volontario per la guerra d’Africa.
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laquo;Ha di nuovo mandato Fideli per pregarti di andare subito; deve partire per Cagliari col senatore».
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ldquo;Il ragazzo si vestì con cura, si lasciò ispezionare dalla sorella, e finalmente uscì col suo abito alla francese, dal panciotto abbottonato alto, la cravatta di seta annodata sul colletto alla «diplomatica». Sulla via Roma salutò i suoi compagni con un rapido cenno della mano e si avviò svelto&rdquo
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Il grande portone era spalancato sul vasto cortile e in mezzo c’era il landeau nero, un po’ funereo, con la pariglia già attaccata[…] Lo studio del senatore dava su una veranda coperta da un folto pergolato, al quale si accedeva per una stretta scalinata di granito adorna di ringhiere di ferro lavorato e tinto di verde.