Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Desś
p. 179
Non altrettanto facile era sbarazzarsi della roba vecchia in casa di Sofia, la quale teneva molto alle sue cose e non le sarebbe piaciuto vederle volare dalla finestra per accrescere il mucchio di cocci a ridosso della siepe di fichidindia. […] Comprò anche un nuovo secchio per il pozzo e una conca di terra per lavarsi la faccia, al posto del vecchio catino di maiolica che aveva sempre visto sul trespolo di legno accanto all’elce di Don Francesco.
p. 180
La salvaguardia delle foreste sarde non interessava ai governanti piemontesi. La Sardegna continuava ad esser tenuta nel conto di una colonia da sfruttare, specialmente dopo l’unificazione del Regno, e i suoi abitanti eran considerati alla stregua dei briganti calabresi.
p. 180
Una sera, verso la metà di febbraio, il signor Manno propose ad Angelo di andare a caccia ad Aletzi, una regione a nord-ovest di Norbio dietro Monte Volpe, i cui boschi erano ancora intatti. […] Era temuto come individuo violento e di pochi scrupoli e sospettato come organizzatore delle più famose bardane che, partendo da Norbio, avevano svolto le loro azioni sanguinarie nella regione del Sulci
p. 180
Al segnale convenuto, sotto gli occhi attenti della folla assiepata alle sue spalle, montava a cavallo con un salto da acrobata, caricava il lungo fucile, si assestava sulla sella, sputava, si lisciava la gran barba nera che gli arrivava alla cintola, poi alzava lento il fucile, mirava per un lungo istante, e la testa del gallo saltava via di netto.
p. 181
ldquo;I confratelli delle Anime indossavano, durante le cerimonie religiose, una cappa rossa, quelli di Nostra signora con la cappa bianca, con due buchi per gli occhi, ma tutti indistintamente portavano sotto la cappa la leppa, il coltello sardo lungo almeno un palmo e mezzo, simile al machete usato nei paesi dell’America latina dai tagliatori di canna da zucchero.