Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
pp. 157-158
Alla fine l’arciprete cedette. «E va bene!» disse con l’abituale malagrazia. «Se non lo arrestano in chiesa ai piedi dell’altare, io vi sposo la notte di Natale; ma tu devi dire quaranta pater e trecento avemaria, inginocchiata davanti alla statua di Sant’Agnese vergine e martire» […] Era devota di Sant’Agnese, le portava sempre i fiori dell’orto, a fasci.
p. 158
ldquo;Da tempo immemorabile la gente distillava la terribile acquavite con mezzi artigianali. In nessuna casa mancava il rudimentale alambicco di rame. Il prodotto veniva venduto a Cagliari, dove era gravato da un dazio esorbitante. &rdquo
pp. 158-159
Era un ammiratore di Manzoni, nel segreto dello studio polveroso e puzzolente, impallidiva a petto di Balzac e di Chateaubriand, di Diderot e di Voltaire.
p. 159
Dopo aver parlato col cieco Sisinnio Casti, interrogò tutte le persone che si erano trovate presenti il giorno di Santa Barbara, nello spiazzo tra i cespugli di oleandro, e a tutti raccomandò la massima discrezione.
p. 159
Dopo aver parlato col cieco Sisinnio Casti, interrogò tutte le persone che si erano trovate presenti il giorno di Santa Barbara, nello spiazzo tra i cespugli di oleandro, e a tutti raccomandò la massima discrezione.