Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 78
Levò alcune camicie, un rotolo di colletti inamidati, una veste da camera di seta, poi affondò la mano a sinistra, da dove estrasse un pacco di candelotti di dinamite avvolti in una carta gialla oleata.
p. 80
Certamente, a Escolca c’era legna per più dei duecento cantari che le Regie Fonderie avrebbero accettato come anticipo; ma bisognava far presto. […] Di là i carri l’avrebbero portata a Monteponi, dove sarebbe stata utilizzata. […] Comunque, pensava intanto Angelo, era un peccato dover tagliare anche la bella foresta di Escolca, quegli alberi appena ricresciuti, solo perché le Regie Fonderie non si dovevano fermare,
pp. 80-81
Secondo la sua abitudine, si preparò ad andare a piedi fino alla foresta di Escolca, passando per Balanotti e Mazzanni: una lunga marcia che avrebbe richiesto una intera giornata.
p. 80
Se l’ingegnere avesse sparato anche un solo colpo di fucile ogni tanto, se ogni tanto fosse tornato al paese con un beccaccino appeso alla cintura o con una lepre nel carniere, le sue passeggiate avrebbero avuto uno scopo e una giustificazione; ma così erano troppo strane e lui era, per conseguenza, considerato con un certo sospetto, come uno che non mangiasse carne, o non amasse le donne.
p. 80
Certamente, a Escolca c’era legna per più dei duecento cantari che le Regie Fonderie avrebbero accettato come anticipo; ma bisognava far presto. […] Di là i carri l’avrebbero portata a Monteponi, dove sarebbe stata utilizzata. […] Comunque, pensava intanto Angelo, era un peccato dover tagliare anche la bella foresta di Escolca, quegli alberi appena ricresciuti, solo perché le Regie Fonderie non si dovevano fermare.