Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Desś
p. 62
Poi si mise a tracolla una sacca di tela piena di grano e camminando a lunghi passi regolari cominciò a spargerne il contenuto con un largo gesto rotatorio del braccio. Aveva deciso di seminare al modo antico, con la testardaggine proterva dei contadini di Norbio, contro la quale Don Francesco Fulgheri si era battuto invano per tanti anni.
p. 62
Passarono davanti alla fonderia, che da qualche tempo aveva ripreso a funzionare e sporcava il grigio cielo autunnale con la fumata fuligginosa della sua ciminiera che si rovesciava sugli orti di Leni.
p. 62
A zio Raimondo sembrava di veder accanto al cavallo bianco l’ombra corrucciata di Don Francesco Fulgheri, il quale non gli avrebbe certo permesso di seminare a quel modo
p. 63
Si accostò alla sorgente e si chinò per lavarsi le mani terrose nell’acqua calda che scorreva fumando tra i giunchi e le felci.
p. 63
Ogni tanto passava qualcuno sullo stradone e si fermava un attimo a dare un’occhiata, salutando al modo paesano, con una domanda inutile: «State arando, zio Raimondo? Arate, arate, e che Dio vi accompagni!».