Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 23
La striscia di legno scheggiata e contorta schizzò sulla polvere della strada e il rumore cessò: si udì più distintamente il battere cadenzato dei quattro zoccoli smorzato dalla polvere, che dietro il calesse si alzava in una nuvola rossiccia.
pp. 23-24
Ora tutto stava forse per finire, forse la Santa Vergine aveva davvero ascoltato le preghiere ch’egli non aveva cessato di recitare durante la corsa. «Salvaci, salvaci, Madre benedetta, e io ti prometto che tornerò in seminario e mi farò prete. Facci tornare a casa santi e salvi!» Disse ancora una volta a fior di labbra la sua preghiera, pronunciò la sua promessa, perché gli avevano insegnato, in seminario, che le preghiere vanno dette e non solo pensate; ma per quanto fosse sommesso il mormorio e coperto dal rumore della corsa, Don Francesco lo udì e si voltò furente verso di lui.
p. 23
La gente fiuta l’imbroglio, forse allora temeva anche un qualche inganno stregonesco, e preferiva stare alla larga da quelle case, da quella chiesa, da quelle fontane di acqua freddissima.
p. 24
La strada ora era pianeggiante e correva tra gli oliveti ben potati di Balanotti.
p. 24
Nel foro rotondo della sua bocca c’era un buco più nero.