La bella di Osilo
Marcello Cossu
pp. 154-155
E' il cuore umano, un tozzo di carniccio grosso quanto questo pugno e sanza un osso, senti, e del colore della ciriegia barricocca, e così tenera che invita trarci su un morso!
p. 154
Vi giuro io, per tutti i diavoli della Tregenda, che la cosa non è tale.
p. 154
Ciascuno di essi aveva in pugno una fiaccola impegolata che tramandava una luce rossastra, rendendo quei ceffi più scuri che mai.
p. 155
Egli aveva scorso i polverosi turbini di Sahara che si erano rovesciate sul suo capo, e richiamava alla mente i felici giorni giovanili. - Vedeva la palma del suo orto, il cipro ed il nardo, il gruogo, il cinamomo e l'incenso, i ruscelletti e i pozzi d'acqua viva.... e sospirava, perchè aveva perduto ogni cosa. Vedeva l'Urì dei suoi primi sogni d'amore, e le parlava come l'avesse innanzi.
p. 155
Io ti assomigliava alla rosa di Seron, perchè eri bianca e vermiglia.