Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
p. 796
Era voluto andare su alla chiesetta in vetta al monte per pregare; e gli era parso di essere inseguito, cacciato per la boscaglia come un cervo. Per non tradire il compagno non era tornato al rifugio, passando la notte e il giorno seguente in una buca in fondo alla valle verso Olzai.
p. 797
Sì, non te lo nego; prima di rivederti, il carcere e la morte e l'inferno erano la stessa cosa per me: volevo sempre vivere in mezzo alle pietre e alle macchie come il cinghiale.
p. 798
E lei a sua volta ricordava il loro primo incontro, il canto dell'usignuolo che purificava la notte e pareva scacciasse d'intorno a loro tutti gli spiriti del male; e si passò la mano sugli occhi per togliersi il velo d'orgoglio che la divideva da lui.
p. 801
- Fidela... devo dirti una cosa. Ho ricevuto in casa un uomo, stanotte. E tosto si scoprì il viso rosso al quale gli occhi scintillanti davano un'insolita espressione di fierezza
p. 803
- Marianna, tu sei la padrona e puoi fare quello che vuoi, ma poiché ti sei confidata in me devi accettare un consiglio. Fa tornare a casa tuo padre, e aprigli il tuo cuore. Noi siamo tutti ciechi, Marianna, e abbiamo bisogno di sostenerci l'uno con l'altro. Eppoi tu sei una buona cristiana e conosci i comandamenti del Signore. E il padre è sempre il padre.