Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 88
- Io sono il padrone, - diceva Pietro con burbanza, - bisogna che lo sentiate; il padrone sono io, e se c'è gente che vuol comandare, io sono pronto a schiacciarla come si fa con le cavallette.
p. 88
- Parla con me, - disse inviperita, - non cercar tua madre. Il frumento era in camera nostra.
p. 89
Adesso vado e mi ubriaco e se quando ritorno c'è qualcuno che vuol sollevare neppure un dito, vedremo chi è il leone e chi la lucertola.
p. 89
Maddalena aveva cessato di piangere appena ricevuto lo schiaffo; s'era fatta bianca come un cadavere e tremava tutta d'ira e di dolore, ma aveva istantaneamente capito che se non mutava metodo veniva a causare gravi disgrazie in famiglia.
p. 90
Durante il resto della sera ebbe però occasione di trovarsi solo con Maddalena; ella lavorava silenziosa, seduta accanto alla porta spalancata; gravi sospiri di tanto in tanto le salivano dal cuore, ed aveva le palpebre violette, Elias usciva, tornava, non si decideva a partire: un fascino fatale lo attirava verso quella porta spalancata, lo costringeva ad aggirarsi intorno alla giovine donna come una farfalla intorno alla fiamma.