La bella di Osilo
Marcello Cossu
p. 83
Tosto un'onda di popolo vedesi sguainare stocchi e daghe, la quale facendo plauso al misfatto di Valenzio, corre sitibonda di sangue in traccia di tutti coloro che nel mattino avevano eseguito quell'insensato sbaraglio. - L'ora dei prepotenti sembrava suonata!.... - Quell'onda tumultuante prendeva l'aspetto del mare mosso per subita procella - tu n'udivi di più lo strillare delle donne e dei bambini, il cozzo delle armi e le grida terribili degli assalitori. Intanto poco dopo a Rodolfo cade Bramante - cade anche Floridoro passato da mille punte - e lo stesso Moro, precipitato da stella, versa in sicuro periglio.
p. 95
Il Castello d'Osilo fu costrutto dai marchesi Malaspina che lo possedevano nel 1272, dopo la morte di Enzo, o meglio, dopo la caduta del Giudici del Logodoro. Nel 1315, in seguito delle convenzioni che passarono tra i Marchesi ed i Re d'Aragona, prima che D. Alfonso effettuasse la sua spedizione di Sardegna, confermò loro il possesso di questo Castello, come di fatto n'erano signori nel 1323. Alla pace del 1325 il Re ne donò di nuovo l'investitura ai Malaspina che si erano rivoltati contro di lui. Nel 1326 questo Castello fu ceduto al Re in cambio di Azzone Malaspina che si era impadronito di Castel Genovese dove era stato fatto prigioniero. Nel 1328 Giovanni Malaspina lo ricevette di nuovo dal Re col suo borgo e col Monte Figulino. Nel 1329 i Malaspina si rivoltarono di nuovo e furono banditi da Sassari, ma non si sa che avessero perduto il Castello. Nel 1336 questi stessi signori ne fecero un omaggio al Re con tutte le sue dipendenze. Nel 1339 Giovanni, Azzone e Federico Malaspina si divisero l'eredità paterna; i beni della Sardegna ed il Castello d'Osilo toccarono a Giovanni: questo essendo morto nel 1343, dopo aver legato al Re tutto quello che possedeva nell'Isola, i due suoi fratelli fecero opposizione, spedirono dal Continente delle truppe che con viva forza s'impadronirono di questa fortezza. Nel 1352 Federico ed Azzone, essendo rientrati nella buona grazia del Re, questi diede di nuovo loro l'investitura del Castello d'Osilo. - Lupo, il nostro protagonista, aveva eredato questa importante fortezza da suo padre Azzone, la quale possedeva nel 1365, epoca del nostro racconto.
p. 95
Il Castello d'Osilo è situato a cavaliere di un'eminenza, la di cui elevazione oltrepassa i 650 metri sopra il livello del mare. Dalla parte del sud questa sommità presenta un taglio verticale di considerevole altezza, e perciò si rende difficile l'accesso al punto dov'è il Castello. In questa antica fortezza vi sono rimaste tuttora due torri da cui si vede tutto il canale della Corsica, e nei giorni più sereni si distingue non solamente la città di Bonifacio, ma una gran parte dell'Isola.
p. 95
Si vedeva la villanella premurosa nel ricondurre all'abituro le sue capre – e il pastorello più sollecito nel chiamare a raccolta il suo gregge. Il bosco che esisteva fra Ploaghe e Osilo era in quell'ora immenso nel silenzio, solo di quando vi si udiva l'usignolo cantare un melanconico canto, mentre il cinghiale lasciato l'ispido covo, pasceva tranquillo – e il capriuolo gareggiava nel corso con la sua compagna.
p. 96
Insomma era tal uomo che un Nerone non avrebbe superato in malvagità.